Alla scoperta di Silvia D'Amico, talento in ascesa del cinema italiano (2024)

Silvia D'Amico ha il destino scritto nel nome. Eppure i suoi genitori non hanno idea di cosa stiano facendo quando scelgono di chiamarla così nel giorno della sua nascita, il 4 maggio 1986. Pochi anni dopo, una maestra fa notare alla piccola Silvia che si chiama proprio come il famoso critico teatrale Silvio D'Amico, fondatore dell'Accademia nazionale d'arte drammatica, la scuola più importante d'Italia nel mondo della recitazione. E allora Silvia cresce con il pallino di entrare proprio in quella scuola da grande e siccome è molto caparbia, ci riesce.

Nel frattempo, non ha mai dubbi su cosa vuole fare, perché, al di là del nome (e precisiamo che non ha alcuna parentela con Silvio D'Amico), lei la recitazione ce l'ha nel sangue. Infatti a 7 anni coinvolge i suoi compagni di scuola nella messa in scena di uno spettacolo sulle maschere di Carnevale. Lei interpreta Arlecchino, un uomo, perché quando recita le piace trasformarsi quanto più è possibile. Intanto da ragazzina studia pianoforte perché sente che la musica le può servire anche nel percorso di attrice.

Supera il difficilissimo provino dell'Accademia d'arte drammatica ed entra nella scuola del suo omonimo al maschile. Si diploma nel 2009 e comincia a lavorare subito, diventando in pochi anni una delle figure più richieste di quella nuova e talentuosissima generazione di attori italiani nati negli anni 80. Si ritrova dunque molto presto a essere diretta da registi molto importanti che la scelgono per la sua bravura, il suo trasformismo, la sua versatilità e la sua bellezza semplice e rassicurante.

Silvia D'Amico film: dal dramma alla commedia

Alla scoperta di Silvia D'Amico, talento in ascesa del cinema italiano (1)

Silvia D'Amico con il regista Roan Johnson che l’ha diretta al cinema e in tv.

Appena uscita dall'Accademia, Silvia viene scelta da Giuseppe Piccioni per il film Il rosso e il blu in cui interpreta una studentessa ribelle. Il protagonista è Riccardo Scamarcio, nei panni di un giovane professore, che in qualche modo è davvero un prof per Silvia su quel set, visto che il regista chiede a lui e agli altri attori più navigati di prendersi cura di lei che invece è ancora agli esordi. Dopo quel film del 2012 ne arrivano molti altri.

Tra i più importanti dobbiamo necessariamente citare Fino a qui tutto bene di Roan Johnson per il quale ottiene anche una Menzione speciale nell'ambito del Premio Guglielmo Biraghi che viene assegnato durante la cerimonia di consegna dei Nastri d'Argento e che è un riconoscimento del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani. Con Ryan Johnson lavora anche in tv, nella serie I delitti del BarLume.

Altre opere fondamentali nella filmografia di Silvia D'Amico sono Non essere cattivo di Claudio Caligari, film molto apprezzato anche al Festival del Cinema di Venezia, Orecchie di Alessandro Aronadio e The Place di Paolo Genovese, in cui è Martina, una giovane che deve compiere una rapina per diventare più bella. Da non dimenticare poi Hotel Gagarin di Simone Spada e Brave ragazze di Michela Andreozzi, in cui è protagonista al fianco di altre splendide attrici come Ambra Angiolini, Serena Rossi e Ilenia Pastorelli. Tra i suoi lavori più recenti ci sono Il regno di Francesco Fanuele, in cui per la prima volta Silvia recita in costume, e L'uomo senza gravità di Marco Bonfanti, in cui la vediamo con Elio Germano, Michela Cescon ed Elena Cotta.

Silvia D'Amico in tv e in teatro

In tv, oltre che nella serie I delitti del BarLume, la vediamo anche nel film tv Vi perdono ma inginocchiatevi di Claudio Bonivento, nelle serie Questo nostro amore 70 di Luca Ribuoli in cui è Adele, in Squadra antimafia - Il ritorno del boss, in cui è l'ispettrice capo Rosalia Bertinelli. Presto sarà una dei protagonisti della serie ispirata dal film di Gabriele Muccino A casa tutti bene.

A teatro uno dei suoi maestri è Carlo Cecchi, che la dirige in Sogno di una notte d'estate in cui lei ricopre il ruolo di Puck da 2010 al 2012. Cecchi le consiglia anche di continuare a dedicarsi alla musica, perché molti attori cominciano da lì. Silvia sa suonare e sa anche cantare, ma con il canto ancora si imbarazza un po', pure al karaoke, anche se, come ammette lei stessa in alcune interviste, una volta che comincia a cantare non la ferma più nessuno, per questo spera di poterlo fare presto anche al cinema.

Silvia D'Amico vita privata e quel difficile rapporto con Instagram

Silvia D'Amico ha alle spalle una famiglia molto unita. È molto legata a suo fratello Alessandro, di tre anni più giovane, che affettuosamente chiama Pato, un appellativo datogli dalla tata peruviana e che significa "papero". Lei parla del fratello anche per sottolineare il contrasto che regna in famiglia tra lei, assolutamente negata con la tecnologia, e Alessandro, che è ingegnere, e il padre, che invece sono molto più ferrati.

Proprio per il suo essere analogica, più che digitale, Silvia non ama molto neanche i social network, infatti non ha una pagina Facebook, mentre è presente su Instagram dal 2019, ma non nasconde di metterci a volte troppo tempo per condividere una foto. E in ogni caso anche su Instagram è piuttosto riservata, pubblica foto dal set o con colleghi e, appunto, il fratello, ma non con un fidanzato o presunto tale. Qualche anno fa ha dichiarato di essere fidanzata da anni con un ragazzo che lavora nel mondo del cinema, ma si occupa di produzione, tuttavia dopo non se ne è saputo più nulla della sua vita privata.

A volte viene confusa con Silvia D'Amico Bendicò, la produttrice che è stata l'ultima compagna di Roberto Rossellini. Addirittura il noto sito IMDB (Internet Movie Database) commette questo errore, ma ovviamente si tratta di due persone completamente diverse. Basti pensare che quando Silvia è nata Rossellini era morto già da nove anni e dunque non ha mai avuto a che fare con il famoso regista.

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